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Presentazione del convegno

“There are no clear typically European perspectives on (…) interventions for vulnerable children and families to discern. Europe simply is too much a mosaic. It is too diverse. And diverse it will remain, as more countries will join the European Union (…). Does it matter that there are no clear European perspectives? May be this is Europe’s strength. Let us enjoy Europe’s complexity and keep this openness of borders and minds. Let us welcome what comes from outside and at the same time be critical of it. Let each country in its own way add to the evidence-base of interventions for vulnerable children and families and let us never give up collaborative dialogue so that we continue to learn from Europe’s rich history of care” (Hans Grietens).

La forza dell’Europa è la sua varietà di approcci, la diffusa tendenza a pensare criticamente e ad accogliere idee che provengono da altri luoghi. La forza dell’Europa è la capacità di mettere in dialogo le differenze e di costruire, nel rispetto reciproco, ponti e piattaforme comuni per comprendere gli altri e per comprendere meglio se stessi.

La missione di APFEL – Acting for the Promotion of Foster Care at the European Level è proprio quella di costruire ponti tra i paesi, tra le culture e le lingue, tra ricerca e pratica, per migliorare la qualità dell’affido in Europa, attraverso la cooperazione, la raccolta e la valutazione di pratiche innovative, l'attuazione di linee guida internazionali, nel rispetto delle culture, delle famiglie e dei bambini e dei loro diritti.

La ratifica della convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in tutti gli stati europei, le riflessioni in ambito antropologico sulla dimensione della vulnerabilità e il suo riconoscimento nel destino che ci fa essere, insieme, uomini e donne fragili, le teorie sulla resilienza, che hanno gettato una speranza inaspettata sul lavoro con e per i bambini e le loro famiglie, le teorie dell’ attaccamento che hanno evidenziato la possibilità di attaccamenti multipli, le nuove rappresentazioni e modi di agire la tutela dei minori, le riflessioni in ambito educativo in merito ai processi formativi degli adulti e alle loro possibilità di trasformazione, sono solo alcuni riferimenti che negli ultimi tempi hanno portato ad una rilettura dell’esperienza dell’affido etero-familiare.

Il filo rosso che evidenzia ricorrenze e continuità in Europa nel campo dell’affido è rappresentato dall’influenza della convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) che in tutti gli stati europei sta favorendo l’emergere di una nuova cultura dell’infanzia e della sua cura. Emergono, allora, due temi su cui APFEL lavora da tempo e che sono fondamentali nell’esplorare l’affido secondo una prospettiva basata sui diritti dei bambini: il co-parenting e l’ascolto e la partecipazione dei bambini in affido.

Il Convegno “The Foster care in Europe: Pathways toward co-parenting and self-expression of the children/ L’Affido familiare in Europa: Percorsi verso la co-genitorialità e l’ espressione dei bambini” organizzato da da APFEL, CNCA, UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO, FONDAZIONE PAIDEIA, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO, che si terrà a Milano e a Bergamo, vuole essere un’occasione per comunicare il confronto in corso nella rete internazionale Apfel e fare il punto della ricerca ed esperienza europea sulle buone prassi relative alla cura dei legami e al coinvolgimento delle famiglie affidanti, delle famiglie affidatarie e dei bambini/e nel progetto di affido.

Il confronto strutturato, che permette di cogliere i punti di forza e di debolezza degli approcci oggi presenti in Europa, è un’opportunità per acquisire nuove competenze e nuove prospettive.

La giornata di Milano (12 novembre) sarà, quindi, dedicata al tema “l’ affido famigliare e il co-parenting: valorizzare l’ apporto di due famiglie intorno ad un bambino”.

Parlare di “due famiglie attorno ad un bambino” nel contesto dell’affido porta con sè numerose domande, a partire da una certezza: un bambino in affido si confronta necessariamente con l’esperienza di vivere tra due famiglie, immerso in due culture familiari.

Oggi i bisogni del bambino possono essere ben compresi alla luce dei concetti di sviluppo e di attaccamento. I bambini si sviluppano e crescono in affido e l’attaccamento è rappresentato in termini plurali, come opportunità per lo sviluppo di competenze per la vita e di resilienza, in contesti relazionali stabili e di cura quotidiana.

Come un segno dei tempi, legami di sangue e ruoli educativi non necessariamente devono coincidere e la genitorialità, intesa come capacità di educare e rispondere ai bisogni del bambino, può essere assunta anche al di fuori di un rapporto di filiazione naturale.

Quando l’esercizio della genitorialità da parte dei genitori naturali non garantisce il benessere e la protezione del bambino, emerge la necessità di una valutazione attenta della situazione, che tenga conto delle storie delle persone coinvolte, delle loro possibilità di cambiamenti, delle risorse presenti e di quelle che si possono attivare. L’affido familiare rappresenta una delle strategie di intervento possibili.

Nelle ricerche relative all’affido familiare il termine co-parenting viene a definire la complessa partnership tra famiglia affidante e famiglia affidataria e il ruolo dei servizi predisposti, che rappresenta la fondamentale condizione per il raggiungimento pieno degli obiettivi dell’intervento.

In Europa coesistono approcci diversi, ciascuno con propri orientamenti culturali, ideologici e valoriali, fondamenti teorici e riscontri pratici. In particolare, risulta determinante nei diversi contesti l'interpretazione e l'equilibrio tra diritti della famiglia e diritti dei bambini.

La conferenza di Milano si propone di esplorare queste differenze e si concentra su nuovi modelli inclusivi, che stanno emergendo nell’affido: la cooperazione delle famiglie intorno al bambino, il miglior interesse del bambino e le sue declinazioni non contrapposte agli interessi della sua famiglia, la valorizzazione dei fattori di resilienza e dei punti di forza degli attori in gioco.

Ci accompagnano alcune domande:

  • Come in Europa e in Italia si declina la protezione del bambino attraverso la presa in carico e la protezione della sua famiglia?

  • Quali sono i luoghi di cura del legame tra i bambini/ragazzi, i loro contesti familiari di origine e i contesti di vita quotidiana nella famiglia affidataria?

  • È possibile promuovere la dimensione della co-genitorialità superando la logica del lavoro con le famiglie di origine da una partee con le famiglie affidatarie dall’ altra?

La giornata di Bergamo (13 novembre) sarà dedicata al tema “Ascoltare e promuovere le voci dei bambini”.

Storicamente il punto di vista di bambini e ragazzi e il loro contributo in termini di coinvolgimento nei processi di ricerca sull’infanzia e l’adolescenza, nella definizione delle politiche sociali e nello sviluppo di servizi dedicati a loro, non ha mai assunto una particolare rilevanza. Negli ultimi anni, invece, l’importanza crescente che stanno assumendo il coinvolgimento e la partecipazione dei bambini e dei ragazzi nei processi decisionali che li riguardano e la possibilità che la loro prospettiva possa essere espressa e ascoltata è un’evidenza, fortemente connessa a due punti di riferimento decisivi: la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e la sociologia dell’infanzia inglese.

La voce dei ragazzi e delle ragazze, dei bambini e delle bambine in affido familiare deve essere ascoltata e la loro partecipazione promossa. Si tratta, da una parte, di promuovere cittadinanza e dare valore anche a chi sta vivendo maggiori difficoltà e, dall’altra, di ricevere da loro, i massimi esperti di affido, indicazioni migliorative.

I professionisti e le famiglie coinvolti nell’affido in Europa si confrontano con esperienze innovative e sono spinti a ripensare le proprie pratiche professionali in direzione di una maggiore capacità di comprendere il punto di vista e la visione del mondo dei bambini e degli adolescenti che accompagnano e di renderli partecipi delle scelte progettuali e di intervento che li riguardano, sia per rispettarne i diritti, sia per guadagnare efficacia.

Gli interrogativi che orientano i lavori dell’incontro di Bergamo sono:

  • È possibile promuovere l’emersione della voce dei bambini e dei ragazzi in affido? Con quali scopi?

  • Quali strumenti si stanno sperimentando nei diversi paesi europei per favorire l’ascolto e la partecipazione dei bambini e dei ragazzi?

  • Questi strumenti privilegiano l’attenzione individuale al singolo bambino o ragazzo o ha senso valorizzare anche una dimensione collettiva?

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